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1.
€ 18,00
EAN-13: 9788854524897
Gustav Sjoberg
La materia fiorente. Sulla natura della poesia
Edizione:Neri Pozza, 2022
Collana:La quarta prosa

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Prezzo di acquisto€ 18,00
Descrizione

Descrizione del libro

Chi ha detto che la materia é incapace di creare da sé la forma (o le forme)? D'accordo, é stato Aristotele, lo sappiamo. Ma cosa accadrebbe invece se, forzando il maestro di coloro che sanno, troncassimo il legame tra forma e arte perché «mediante un concetto di forma radicalmente altro diventerà  possibile una distruzione dell'arte - e, in particolare della poesia - concepita come ambito autonomo, come sfera distinta dalla non-arte, dalla non-poesia oppure come sublime riflessione sull'esistenza. Non sarà  che qui si compie una risoluzione dell'arte nella natura?» Non é alla scienza o alla negromanzia tecnologica faustiana che l'autore affida tale compito, ma alla poesia stessa, concepita - secondo un paradigma insieme antico e attualissimo - come la fiorente materia del tutto. Il libro di Sjà¶berg, scritto in originale con minuscole che aspirano al filo d'erba, ma grondante della rugiada dei grandi - l'autore cita dall'originale i classici italiani della naturalezza poetico-politica e simbolica della lingua, ancora al di là  di ogni teologia politica: Dante, Bruno, Campanella (che ha tradotto nella sua lingua), senza dimenticare Folengo e Rabelais - mostra che sarà  un passaggio "naturale" e invita a compierlo. A condizione che le differenze linguistiche dettate dai luoghi di appartenenza dei parlanti che li abitano, una volta riconosciute e valorizzate, escano dal labirinto dei simboli e delle culture e si lascino attraversare da un senso per la differenza simpatetico all'intelletto comune di Averroé, atto a pensare l'umano sotto un principio unico di permanente, immediata connessione. Consumata allora la babele dell'incomprensione tra popoli bellicosi, l'aiuola che ci fa tanto feroci troverà  finalmente una sua pace, che sarà  l'ordine mondiale del "giardino planetario" a garantire. Nel "comunismo cosmico" a esso promesso la forma inoperosa di giardinaggio sarà  poetica. Trapianterà , al posto della poesia antropocentrica dedita a una decidua filologia, una sempre rifiorente "filologia naturale" in cui l'umano ridivenuto natura ritroverà  alla fine quell'innocenza infantile che, forse, non si ricorderà  più nemmeno di aver perso. M.F. «Un altro modo di comprendere la materia sarebbe, approssimativamente, di trattarla come una produzione di infinite, innumerevoli forme entro un incessante movimento di decomposizione e composizione, dissoluzione e ricombinazione. Concepita in questo modo la materia non sarebbe più un substrato passivo su cui si debba intervenire con un lavoro formale, bensì, al contrario, una molteplicità  di forme che genera se stessa e con cui combacerebbe».

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